Nivolumab versus Docetaxel nel tumore del polmone non-a-piccole cellule non-squamoso in stadio avanzato


Nivolumab ( Opdivo ), un anticorpo IgG4 completamente umano inibitore del checkpoint immunitario PD-1 ( morte programmata 1 ), è in grado di interrompere la segnalazione mediata da PD-1 e ripristinare l'immunità antitumorale.

In uno studio in aperto, randomizzato, internazionale di fase 3, i pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule non-squamoso ( NSCLC ), che era progredito durante o dopo la chemioterapia con doppietta a base di Platino, sono stati assegnati a ricevere Nivolumab alla dose di 3 mg per chilogrammo di peso corporeo ogni 2 settimane oppure Docetaxel ( Taxotere ) alla dose di 75 mg per metro quadro di superficie corporea ogni 3 settimane.

L'endpoint primario era la sopravvivenza globale.

La sopravvivenza globale è risultata più lunga con Nivolumab che con Docetaxel.
La sopravvivenza generale mediana è stata di 12.2 mesi tra i 292 pazienti nel gruppo Nivolumab e 9.4 mesi tra i 290 pazienti nel gruppo Docetaxel ( hazard ratio per la morte, HR=0.73; P=0.002 ).

A 1 anno, il tasso di sopravvivenza globale è stato del 51% con Nivolumab contro il 39% con Docetaxel.

Con un follow-up aggiuntivo, il tasso di sopravvivenza globale a 18 mesi è stato del 39% con Nivolumab rispetto al 23% con Docetaxel.

Il tasso di risposta è stato del 19% con Nivolumab rispetto al 12% con Docetaxel (P=0.02).

Sebbene la sopravvivenza libera da progressione non abbia favorito Nivolumab rispetto a Docetaxel ( mediana, 2.3 mesi e 4.2 mesi, rispettivamente ), il tasso di sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è stato più alto con Nivolumab rispetto a Docetaxel ( rispettivamente, 19% e 8% ).

Nivolumab è risultato associato a una maggiore efficacia rispetto a Docetaxel in tutti gli endpoint in sottogruppi definiti in base a livelli pre-specificati di espressione di membrana del tumore del ligando di PD-1 ( 1% o più, 5% o più e 10% o più ).

Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o 4 sono stati riportati nel 10% dei pazienti nel gruppo Nivolumab, rispetto al 54% di quelli nel gruppo Docetaxel.

In conclusione, tra i pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule non-squamoso in fase avanzata che erano progrediti durante o dopo la chemioterapia a base di Platino, la sopravvivenza globale è risultata più lunga con Nivolumab che con Docetaxel. ( Xagena2015 )

Borghaei H et al, N Engl J Med 2015; 373: 1627-1639

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